Resto al Sud finanzia progetti nei settori dell’industria, dell’artigianato, del commercio - sono dunque ammesse al finanziamento tutte quelle attività classificabili nel settore G del codice ATECO - del turismo, della formazione, della fornitura dei servizi alle imprese e alle persone, della pesca, dell’acquacoltura e della trasformazione dei prodotti agricoli. Sono invece esclusi i progetti inerenti alle attività agricole in senso stretto.
Resto al Sud finanzia opere di
ristrutturazione e manutenzione straordinaria di beni immobili nella misura massima del 30% del programma di spesa. Finanzia l’acquisto di impianti, macchinari e attrezzature nuove di fabbrica, l’acquisto di programmi informatici, servizi per comunicazione, informazione e tecnologie. Di materie prima, materiale di consumo, canoni di locazione, canoni di leasing, garanzie assicurative, spese per utenze e tutto ciò che fa parte delle cosiddette “spese di gestione” nella misura massima del 20% di quanto preventivato. Sono escluse le spese per dipendenti, consulenze e progettazioni.
Resto al Sud copre fino al 100% delle spese sostenute prevedendo due tipologie di incentivi a seconda della formula d’azienda presa in considerazione:
- La concessione di un importo pari a 60.000 euro per le imprese individuali e le attività libero professionali svolte in forma individuale;
- La concessione di un importo pari a 50.000 euro per ogni socio, fino a un massimo di quattro soci, per la cifra complessiva di 200.000 euro, per le società o le attività libero professionali svolte in forma societaria.
A completamento del programma di spesa è previsto un
ulteriore contributo a fondo perduto pari a
15.000 euro, per le imprese individuali o le attività libero professionali svolte in forma autonoma; o
10.000 euro per ogni socio fino alla somma di quattro soci per le attività societarie.
La finalità di questo ulteriore contributo è quella di soddisfare il fabbisogno di liquidità delle imprese finanziate; di salvaguardare la continuità aziendale dopo la chiusura obbligatoria legata al lockdown per epidemia da Covid; di favorire il rilancio delle imprese Resto al Sud.
Il
finanziamento è per il
50% a
fondo perduto e il restante 50% è un
prestito agevolato concesso da una delle banche che aderisce alla convenzione ABI Invitalia, e gli
interessi di tutto il finanziamento sono a carico di Invitalia.
La
Sicilia è la seconda regione nella classifica delle beneficiarie di Resto al Sud, la misura per l'autoimprenditorialità dedicata alle Regioni del Mezzogiorno e a quelle del centro Italia colpite dai terremoti del 2016/17.
Dalla Sicilia arriva il 16% di tutte le domande Resto al Sud presentate a Invitalia. Gli investimenti previsti sul territorio sono di 140 milioni di euro.
Presentazione della domanda per Resto Sud
L’intero iter procedurale, dalla presentazione della domanda all’erogazione dei finanziamenti, avviene interamente in
modalità digitale. Questo sistema consente di abbattere i tempi tecnici legati allo smaltimento di pratiche di burocrazia altrimenti complesse. La minore dispersione di tempo, specie se in una fase di startup, consente di contenere notevolmente i costi.
Una volta presentata la
richiesta di finanziamento a Invitalia per gli incentivi Resto al Sud, ci sarà la concreta possibilità di essere convocati con la propria squadra ad un colloquio per discutere nello specifico il piano di impresa. Per abbattere i tempi di istruttoria e per rendere l’iter più agevole per i beneficiari, il colloquio può avvenire
online attraverso la piattaforma
Skype for Business.
È consultabile sul sito di Invitalia
la guida al colloquio Online.
Il business plan, corredato di tutta la documentazione richiesta, deve essere inoltre integrato con la costituzione dell’impresa entro 60 giorni dalla comunicazione dell’esito positivo, un’analisi del mercato geografico di riferimento e della struttura economico-finanziaria.
L’incontro virtuale o in presenza con i valutatori di Invitalia è fondamentale perché fornisce la possibilità di rapportarsi con i futuri imprenditori, comprendendo motivazione e consapevolezza rispetto al progetto nel suo complesso.
E’ possibile consultare l’elenco delle
banche finanziatrici più vicine a te e gli
Enti accreditati Enti accreditati.
Il successo siciliano di "Resto al Sud". In regione creati oltre 4500 posti di lavoro.
Fondo Impresa Femminile, al timone del proprio futuro
Introdurre idee innovative, impiegare energie e risorse nella creazione di progetti imprenditoriali di gestione mirata e funzionale richiede dedizione e l’impegno di ogni membro della società rappresenta l’investimento più grande da portare avanti, da preservare in ogni sua forma. Ad hoc per l’imprenditoria femminile, un ventaglio di incentivi mirati a portare alla luce il potenziale infinito delle donne, la loro tenace determinazione e la loro vivace creatività.
Il Fondo impresa femminile è l’incentivo nazionale gestito da Invitalia che sostiene la nascita e il consolidamento delle imprese guidate da donne, per iniziativa del
Ministero dello sviluppo economico.
Sono finanziati programmi di investimento nei settori dell’industria, artigianato, trasformazione dei prodotti agricoli, servizi, commercio e turismo.
Invitalia, caratteri generali dell’incentivo al femminile
Partiamo dai numeri. Il Fondo Impresa Femminile mette a disposizione delle imprese, nuove o già avviate,
200 milioni di euro. Quali sono i caratteri più specifici? Bisogna fare una distinzione relativa alla tipologia d’azienda, che sia di nuova fondazione o che sia già esistente.
In caso di nuova impresa
Per la
libera professionista che vuole costituire una
nuova impresa, oppure che abbia già una impresa da
meno di 12 mesi, è possibile presentare progetti d’investimento fino a € 250.000. Il Fondo mette a disposizione
un contributo a fondo perduto che varia in funzione della dimensione del progetto:
- per progetti fino a € 100.000, l’agevolazione copre fino all’80% delle spese (o fino al 90% per donne disoccupate) entro un tetto massimo di € 50.000
- per progetti fino a € 250.000, l’agevolazione copre il 50% delle spese, fino a un massimo di 125.000 euro.
IMPORTANTE AGGIORNAMENTO 🡪 A seguito dell’esaurimento delle risorse, il MISE ha disposto
la chiusura dello sportello per le agevolazioni in favore delle nuove imprese femminili (di cui al CAPO II del decreto interministeriale 30 settembre 2021). 🡪 Le imprenditrici che il
19 maggio 2022 hanno inviato le richieste di finanziamento potranno comunque visualizzare il protocollo completo della propria domanda accedendo alla piattaforma di compilazione predisposta da Invitalia.
In caso di impresa già costituita
Se l’imprenditrice ha un’impresa attiva
da più di 12 mesi, può presentare progetti di investimento fino a 400.000 euro per sviluppare nuove attività o per ampliare attività esistenti. In questo caso, il Fondo prevede la mistione di un contributo a
fondo perduto e di un
finanziamento a tasso zero, da restituire in otto anni e con una copertura fino all’80% delle spese ammissibili, per un massimo di
320.000 euro.
In entrambi i casi, non è richiesto un valore minimo del progetto d’investimento, che dovrà essere realizzato
in 24 mesi.
I piani di spesa possono prevedere le spese per investimento e il costo del lavoro, esclusivamente nel periodo di fruizione dei fondi (24 mesi). Sono finanziabili anche le spese per il capitale circolante, entro un massimo del 20% del programma di spesa ammissibile (o del 25% per le imprese con più di 36 mesi).
IMPORTANTE🡪 per le imprese con
oltre 36 mesi di vita il contributo al circolante è concesso
interamente a fondo perduto.
Le proponenti possono inoltre richiedere, al momento della compilazione della domanda, il servizio di assistenza tecnico-gestionale che comprende:
- un tutoraggio – in fase di realizzazione del progetto – per accompagnare le imprese nell’utilizzo delle agevolazioni, supportarle nel predisporre le richieste di erogazione del finanziamento o altra documentazione di progetto, e trasferire competenze specialistiche, mediante incontri on line o in presenza che verranno pianificati insieme al tutor
- un voucher di 2.000 euro da utilizzare a copertura del 50% del costo sostenuto dalle imprese per l’acquisto di servizi di marketing o comunicazione strategica del valore minimo di 4.000 euro
IMPORTANTE AGGIORNAMENTO 🡪 A seguito
dell’esaurimento delle risorse disponibili, a partire dall’ 8 giugno 2022, il MISE ha disposto la chiusura dello sportello per la presentazione delle domande relativamente alle agevolazioni per lo sviluppo e il consolidamento delle imprese femminili (di cui al CAPO III del già citato decreto interministeriale 30 settembre 2021).
Cultura Crea, l’incentivo Invitalia a sostegno delle start up
Il fine di questo incentivo è di consolidare i settori produttivi collegati, rafforzando la competitività delle micro, piccole e medie imprese in attuazione del
PON FESR "Cultura e Sviluppo" 2014-2020. Le risorse finanziarie inizialmente stanziate ammontavano a circa 107 milioni di euro, a cui ne sono stati successivamente integrati
7 milioni di euro.
Considerati i ragguardevoli risultati raggiunti con la sopra citata edizione di Cultura Crea, si è ben pensato di portare avanti il progetto, riproponendo e ampliandolo.
Cultura Crea 2.0, lo spin-off di Invitalia a sostegno delle Start Up
Cultura Crea 2.0 è la versione rinnovata e potenziata di Cultura Crea. L'incentivo sostiene la nascita e la crescita di imprese e iniziative no profit nel settore turistico-culturale. Nuove imprese e risorse del territorio: grazie al
Ministero dei Beni e della Attività Culturali e del Turismo, viene data una grande opportunità che sostiene la nascita e la crescita di iniziative imprenditoriali e no profit nel settore
dell'industria culturale,
creativa e turistica, che puntano a valorizzare le risorse culturali del territorio nelle regioni
Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia.
La domanda si presenta esclusivamente online a partire dal 26 aprile 2021. Il Target abbraccia le micro, piccole e medie imprese dell’industria culturale e creativa, inclusi i team di persone che vogliono costituire una società, e ai soggetti del terzo settore che vogliono realizzare i loro progetti di investimento in
Basilicata, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia.
In particolare:
-
l’incentivo Titolo II per la “Creazione di nuove imprese nell’industria culturale” finanzia:
- team di persone fisiche che vogliono costituire un’impresa, purché la costituzione avvenga entro 30 giorni dalla comunicazione di ammissione alle agevolazioni
- imprese costituite in forma societaria da non oltre 36 mesi, comprese le cooperative
-
l’incentivo Titolo III per lo “Sviluppo delle imprese dell’industria culturale” finanzia:
- imprese costituite in forma societaria da non meno di 36 mesi, comprese le cooperative
-
l’incentivo Titolo IV per il “Sostegno ai soggetti del terzo settore dell’industria culturale” finanzia:
- Onlus
- imprese sociali
- organizzazioni di volontariato
- associazioni per la promozione sociale (APS)
Cultura Crea 2.0 si rivolge anche alle reti d’impresa per progetti integrati. Ogni impresa facente parte della rete deve presentare una domanda di agevolazione correlata a un solo programma di investimento.
I requisiti di accesso, i criteri di valutazione, le spese ammissibili, la forma e l’intensità dell’aiuto sono quelle fissate nel titolo di competenza.
Cultura Crea Plus, a sostegno delle aziende colpite dall’emergenza sanitaria