<b><h2>Un quartiere storico di Catania pronto a rinascere grazie all’innovativa idea enogastronomica di alcuni giovani catanesi</h2></b><br/><br/>
<b>“Melior de cinere surgo”<br/><br/></b>
La celebre iscrizione che si trova a Catania sulla <b>Porta Ferdinandea</b> (1768) rappresenta alla perfezione l’indole di una città destinata alla <b>grandezza</b>, che come l’Araba Fenice non si arrende alle difficoltà ma <b>rinasce</b> sempre più bella dalle proprie ceneri. <b>Una popolazione fiera, instancabile, indomita.</b><br/><br/>
La commistione di stili che rende Catania un caso pressoché unico al mondo ha origini lontane. Vivere alle pendici dell’<b>Etna</b> rappresenta certamente un privilegio unico, ma gli umori mutevoli del più <b>grande vulcano attivo</b> della placca eurasiatica significano talvolta paura e distruzione. La più importante ricostruzione del nucleo storico è avvenuta ad opera dell’architetto <b>Giovanni Battista Vaccarini</b>, che dopo il terremoto del 1693 scelse lo stile tardo-barocco per far tornare Catania alla bellezza originaria.<br/><br/>
Situata tra Piazza Teatro e Piazza Duomo, <b><u>Piazza Scammacca</u></b> è una delle piazze più belle e importanti di Catania. La sua storia è strettamente legata alla chiesa di Santa Maria del Rosario, inaugurata nel 1643. Le diverse fasi storiche hanno lasciato su questa chiesa delle tracce indelebili: dalla distruzione portata dal <b>terremoto del 1693</b> ai molteplici fori di proiettile di fucile del 31 maggio 1860, in cui i catanesi combatterono contro le truppe borboniche capitanate dal generale D. Tommaso Clari, per finire con i bombardamenti del secondo conflitto mondiale.<br/><br/>
La ricostruzione che ci si auspica oggi è totalmente diversa da quella del Settecento, più ardua.
Secondo la classifica stilata da <b>Numbeo</b>, Catania è la città col tasso di criminalità più alto nel sud Europa: 61,72%. Il forte incremento degli ultimi anni ha minato le certezze dei cittadini, molti temono di essere derubati, di subire violenze.<br/><br/>
Nel solco della rinascita si colloca la <b>riqualificazione di Piazza Scammacca</b>: cinque ragazzi hanno deciso che quella parte del centro storico deve essere restituita ai cittadini. Come?
Con un <b>grande progetto</b>, una sinfonia enogastronomica costituita da <b>cinque poli</b> pensati per garantire il soddisfacimento di ogni palato:<br/><br/>
– <b>Panem</b> – Il viaggio nel panino Italiano. Molti scrittori, artisti e poeti si sono adoperati nel passato per raccontare al meglio l’Italia, ma avete mai visto qualcuno farlo con dei panini? Un’insalata al posto della tavolozza, un crostino per pennello, svariate eccellenze regionali italiane a far da acquerelli. <b>Un panino per ogni regione</b>, venti panini che raccontino al meglio la nostra meravigliosa penisola.<br/><br/>
– <b>Zio Enky</b> – La carne italiana che strizza l’occhio al gusto internazionale. Tagli internazionali, lunghe cotture e processi di frollatura. Il <b>BBQ</b> sta spopolando nel mercato internazionale, in tv e sui social siamo letteralmente inondati da queste ricette che purtroppo prevedono sempre una materia prima straniera. È qui l’inversione di tendenza che verrà proposta in Piazza Scammacca: <b>mantenere</b> il format internazionale introducendo e valorizzando la <b><u></u><u>materia prima italiana</u></b>. E i tagli di qualità eccelsa da valorizzare in giro per l’Italia se ne trovano davvero parecchi.<br/><br/>
– <b>Ella e Illum</b> – La pasta della tradizione e la pasticceria moderna. “Pizza, spaghetti e mandolino”. È con questo luogo comune che molto spesso l’Italia viene definita all’estero. Spesso viene utilizzato superficialmente in accezione negativa, ma quell’espressione contiene una specialità in cui l’Italia è davvero imbattibile nel mondo: <b>la pasta</b>. Ammirati, scopiazzati e imitati malamente soprattutto oltreoceano, le più grandi ricette di pasta al mondo hanno la loro culla in Italia. <b>Ella e Illum</b> non presenterà solamente innovazioni, percorrendo vie nuove, ma darà nuova linfa a delle ricette tradizionali di ogni regione d’Italia, esalterà le più note e porterà alla ribalta le meno conosciute.
Per poi finire con Illum, il dolce. Perché non c’è miglior modo di completare un pasto che con una prelibatezza dolciaria, uno sfizio di pasticceria moderna.<br/><br/>
– <b>Mareide</b> – Il pesce, crudo, fritto e affumicato. Mareide è <b>l’esaltazione</b> di un tratto distintivo della <b>storia</b> del <b>nostro paese</b>: il Mare Nostrum. L’espressione latina viene coniata in epoca romana: il più grande impero della storia godeva di questo snodo fondamentale per diversi aspetti, tra cui quello del commercio. Grazie al Mare Nostrum abbiamo da sempre sulla nostra tavola una grande varietà di pesce, tutto freschissimo. Mareide sceglie tre modalità: <b>crudo, fritto e affumicato</b>. Il pesce crudo è molto apprezzato dagli intenditori perché riesce a far godere pienamente della freschezza, il fritto è di gran moda e un classico dello <b>street food</b> d’oltremanica, l’affumicato molto fine e gustoso rappresenta l’incontro di diverse <b>culture e tradizioni</b>.<br/><br/>
– <b>Clara Bow</b>. Il format cocktail di Piazza Scammacca è l’esaltazione del <b>bere bene</b>. L’arte della <b>mixology</b> ricorda la scultura di Canova: la perfezione nasce dall’equilibrio. Ingredienti di alto livello che affidati alle sapienti mani dei bartender di Clara Bow regaleranno notti indimenticabili.<br/><br/>
<b>I diversi format</b> di Piazza Scammacca non convivono solamente all’interno della stessa struttura, slegati l’uno dall’altro, ma sono legati <b>sinergicamente</b> e funzionali all’idea storica di piazza, che sin dalla nascita delle <b>πόλεις</b> greche rappresentano il centro della vita in città: punto di riferimento del lavoro e del commercio, dello scambio di idee, del gioco e della politica.
Non ci si fermi ad uno sguardo superficiale, non è solo enogastronomia. Il progetto è ben più <b>ambizioso</b> e <b>virtuoso</b>: rispolverare il <b>ruolo sociale</b> della piazza, <b>stimolare l’aggregazione</b> della gente di ogni età attraverso il cibo, il vino e le opere dell’artista e scultore siciliano <b>Matteo Raciti</b>.<br/><br/>
Basta parlare coi ragazzi per percepire quanta <b>passione</b> ci sia in questo progetto, con le emozioni che fungono da vera forza motrice.
Abbiamo avuto il piacere di incontrare <b>Lucia Caruso</b>, co-protagonista di questo meraviglioso progetto. Dal suo racconto emerge un grande orgoglio: <b>solo un sogno può spingerti a superare una pandemia</b> che ha ridotto in ginocchio migliaia e migliaia di imprenditori, di sfidare la burocrazia italiana, <b>di credere ancora in Catania.</b><br/><br/>
Riportiamo di seguito un suo virgolettato:<br/><br/>
“Vogliamo <b>restare a Catania</b> e mettere radici in un posto nuovo e stimolante aperto a tutti: essere partecipi di un cambiamento, contribuire a rendere migliore la nostra città, lasciare il segno e dare l’esempio. Catania è chiamata a risorgere ancora una volta, questa volta non dal terremoto ma dal degrado urbano che troppo spesso affligge la nostra terra.
La rinascita necessita del<b> contributo di tutt</b>i, dei commercianti e delle famiglie della zona, di ogni cittadino catanese che ha a cuore le sorti della propria città”.<br/><br/>
Un ruolo importante nel progetto è stato affidato a <b><a href=”https://www.ristosystems.it/consulenza-strategica-del-tuo-ristorante/” target=”_blank”>Fabrizio Reitano</a></b>, <b>CEO e founder di Ristò Systems</b>, azienda leader dell’HO.RE.CA e della consulenza economica alla ristorazione:<br/><br/>
“Lavorare per questo progetto è per <b>Ristò Systems</b> un onore, ma anche un grande banco di prova. Stiamo fornendo un software e un impianto davvero importanti: diversi <b>kitchen monitor</b>, <b>stampanti</b>, <b>contabilità industriale, fidelity, cloud</b>… Tutto quanto di più avanzato e tecnologico esiste oggi. Rendere impeccabile il controllo gestionale nella ristorazione è oggi fondamentale.
Mi <b>inorgoglisce contribuire a questo progetto di rinascita</b> che non riguarda solo quella zona ma l’intera Catania. Per la rinascita sarà fondamentale la cultura, il sentirsi tutti parte di una comunità per rendere Catania il nostro salotto di casa.
Non è solo un progetto enogastronomico, ma una battaglia culturale, sociale ed ecologica. <b>Dobbiamo vincerla!</b>”<br/><br/>
<b>
C’è del buono in Catania, tocca ad ognuno di noi vestire i panni di Giovanni Battista Vaccarini e lottare perché vinca il bello, ancora una volta.</b>
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