Il settore della ristorazione è stato certamente quello più falcidiato dalla pandemia. Nonostante questo sia un dato ormai assodato e certificato - ognuno di noi conosce
un'azienda chiusa negli ultimi due anni - l'impatto coi numeri reali di questa crisi risulta impressionante.
Il Prof. Paolo Guidi ha redatto un report sui numeri della ristorazione nel 2019, 2020, 2021.
Capire la crisi, per superarla. Il Prof. Guidi è entrato all'interno della crisi per studiarla nelle sue infinite sfaccettature: dalla zoppia accentuata e una crisi iniziata intorno al 2013, fino al tracollo del 2019/2020 col crollo del fatturato per alcuni, e la definitiva chiusura per altri, infine gli accenni di ripresa di fine 2021.
Importante la differenziazione tra regioni: seppur con un trend negativo comune a tutte, ogni regione racconta coi numeri una reazione alla crisi differente, non solo nell'entità numerica.
In uno dei grafici che troverete all'inizio del report, il Prof. Paolo Guidi giunge al saldo totale nazionale delle aziende, attraverso il rapporto tra cessate totali e iscritte totali degli anni 2019/2020/2021.
L'annus horribilis appare essere il 2019, in cui il numero di aziende cessate (39.194) sfiora il doppio dell'omologo dato negli anni 2020 e 2021. Dal 2020 si dimezza però anche il numero delle iscritte totali - che passano da 18.860 alle circa 9.000 del 20/21 - sintomo dell'incertezza e della sfiducia che il
virus e le rispettive contromisure attuate dallo Stato hanno provocato nel settore ristorazione.
Il saldo totale nazionale degli ultimi tre anni delle aziende del settore ristorazione risulta tragico:
-48.007 aziende. La regione Sicilia presenta un -2.698, mentre la città di Catania - vera e propria regina del settore e terreno fertile per nuove proposte e spunti - chiude con -518 il triennio e -87 il solo anno 2021.
“Le aziende che non sono guidate dai dati sono guidate dalle urgenze”.
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